Dance To Live, Dialogo tra Italia e Egitto
DANCE TO LIVE EGYPT non è solo un programma di Formazione presentato in un paese qualsiasi.
L’Egitto per noi non è un “paese qualsiasi”.
L’Egitto è la Madre delle maggiori civiltà.
Il senso per intravedere un futuro è raccogliere ciò che in passato era già stato seminato e ricavarne un distillato prezioso, di spazio e tempo.
La saggezza degli Egizi ci insegna a riscoprire il senso magico della vita, a celebrare ogni momento come un rito sacro, affidandoci alle forze dell’istinto presenti in tutti noi.
Queste stesse cose sono alla base dell’ “urgenza” del nostro lavoro, nato dalle “mancanze”, dai “vuoti di senso” che pervadono ormai l’iperrazionalistica cultura europea.
Se potessimo spostare le lancette dell'orologio indietro di qualche millennio, ci accorgeremmo di quanto sarebbe complesso comprendere un mondo che, sotto aspetti a volte familiari e comuni, nasconde differenze profonde con il nostro. Fra gli antichi egizi e noi c'è una grande frattura e non si tratta solo di un gap cronologico: di generazione in generazione, abbiamo perso i codici, le chiavi d'accesso per entrare nel mondo faraonico senza rischiare di formulare concezioni dettate dal nostro modo di vedere la realtà.
La donna e l'uomo d'oggi si trovano, confrontandosi con quel mondo lontano, di fronte a una civiltà fatta di un insieme di simboli e di monumenti affascinanti quanto enigmatici.
Per alcuni aspetti l'Egitto, pur essendo molto antico, ai nostri occhi può apparire davvero attuale.
Basti pensare che una donna, diversamente da come avveniva tra greci e romani, possedeva una personalità giuridica che le permetteva di divorziare dal coniuge o fare testamento. Oppure all'importanza rivestita dai diritti civili, che in alcune occasioni portò a organizzare scioperi contro le ingiustizie subite sul posto di lavoro.
La vita degli antichi egizi era caratterizzata da una forte spiritualità e ritualità in cui tutto si muoveva per il volere di Maat, l'ordine cosmico grazie al quale l'Egitto viveva in pace, un ordine garantito sulla terra dal faraone e dalla struttura amministrativa che a lui faceva capo.
La persona egizia era, quindi, parte integrante di questo divino equilibrio universale, sul quale si fondavano i suoi rapporti con l’irremovibile apparato statale, il più complesso e articolato dell'antichità. Si trattava di relazioni improntate su un ligio rigore, che una lunghissima tradizione aveva modellato e colorato in mille sfumature, espresse da saggi ammonimenti, insegnamenti morali e norme di vita, tramandate per secoli in opere letterarie che ancora oggi esercitano un grande richiamo.
Si parla della prima civiltà, quella egizia, che ha inventato la Scrittura, la Medicina, la Chirurgia, la Chimica, incrociando architettura, astronomia, fisica, gettando le basi dello sviluppo di buona parte dello scibile umano.
L’uomo moderno sembra essersi lasciato ormai alle spalle tutto questo, scegliendo la via della razionalità, e la rimozione di tanti aspetti del nostro essere.
L’Egitto moderno è un paese grande, forte, una delle maggiori potenze d’Africa, tanto da essere proposto dall’occidente come mediatore delle crescenti tensioni mediorientali.
Sicuramente un paese con forti contraddizioni, lontano anni luce da quella saggezza densa di presenze sottili così ascoltate nell’antichità.
Eppure, nell’animo delle persone egiziane con cui lavoriamo, qualcosa passa in modo più fluido quando parliamo di emozioni, sentimenti, aspirazioni, rispetto a ciò che succede quando lavoriamo con europei.
Come se questa gente avesse deciso, idealmente e praticamente, di credere maggiormente a ciò che viene dall’interiorità, rispetto all’atto esibito all’esterno.
Anche la danza per loro, come per me, sembra avere più a che fare con l’”essere”, rispetto al “fare”. E’ una questione di densità, di qualità, molto meno di “quantità oggettivamente misurabile”.
A differenza che da noi, laggiù la Danza è ancora un’arte, non (o non solo) una scienza; grazie alla loro storia, c’è ancora molta fiducia nell’Arte, o semplicemente nel gesto creativo, spontaneo, catartico.
Forse è per questo che le nostre Formazioni in Egitto sono occasione di costante reciproco accrescimento: la Danza Terapia è tale perché parte dal mondo di chi incontriamo.
Dance To Live Egypt in questo autunno 2023 ha dato vita alla sua QUARTA EDIZIONE e per la prima volta il Programma è stato svolto sia nel BASIC LEVEL con diverse persone nuove che si sono aggiunte, che nel PROFESSIONAL LEVEL, con contenuti più approfonditi sia a livello teorico che pratico, scadenzato da Tests ed esami scritti, orali e pratici.
Ancora una volta si è lavorato sulla DanzaTerapia di Maria Fux e su svariate e complementari tecniche e discipline, quali le Danze Rituali, il TeatroDanza, la Contact Improvisation, fornendo alla/lo studente/ssa molteplici prospettive di esperienza, riflessione, intervento e modalità di facilitazione alla fruizione della danza.
In un periodo buio per le sorti dell’umanità, in un paese colpito da un dolore collettivo dilaniante per il conflitto israelo – palestinese, colpito da una svalutazione finanziaria mostruosa, nell’assenza di confronti con un occidente divenuto tanto ostile, DTL ha umilmente contribuito a creare un’occasione di confronto, conoscenza, condivisione, empowerment per coloro che hanno partecipato alle attività.
Nei giorni di svolgimento del Programma sono state accolte e ospitate proposte performative e coreografiche (Salvatore Cataldo con Dear Children), si è lavorato a spunti coreografici e visual (con Dalia El Abd e Heba Korashi), ci siamo immerse nella natura umana, come in quella del pianeta, abbiamo abbracciato persone, alberi, mondi.
E continueremo a farlo: da Gennaio inizierà un PERCORSO FORMATIVO A LIVORNO e sarà possibile partecipare a DIRETTE ONLINE Itlaia – Egitto sulla teoria e pratica di DTL ® METHOD.
Benvenut* a chi vorrà unirsi alla nostra variopinta Famiglia!
Fonte: “Antico Egitto, la via della saggezza” di J. Procaccio (Ed. Riza)
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