DANZA E PRESTAZIONE
Aggiornamento: 9 giu 2020
Roberto Bolle è bellissimo e bravissimo.
Una Star.
Di lui apprezzo in particolare lo sforzo divulgativo nel far conoscere il balletto a un vasto pubblico, contribuendo a restituire dignità al servizio pubblico televisivo.
Vederlo danzare però mi scalda al pari di una cartella esattoriale: è un prodotto perfetto, fisicamente super potenziato, tecnica ed estetica ineccepibili.
Eppure lo percepisco bidimensionale, i movimenti periferici, il busto bello e finto, il bacino in rigida, costante retroversione (comprensibilmente); molta l’energia sovrattutata, e pochissima energia in flusso libero di movimento, zero il minimo accenno di spontaneità, e tantomeno di personalità. Un corpo che è l’immagine di un ideale, ma che di quell’ideale non trattiene la drammaticità.
Confesso: guardo Roberto Bolle danzare ammaliata ed ammirata come guardavo Yuri Chechi agli anelli di ginnastica artistica, perché ho profondo rispetto di chi riesce a disciplinarsi attraverso la fatica, e la gioia, di un rigoroso lavoro sul corpo. E che investe anni e anni di vita sottratta ad altro, per questo.