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Immagine del redattoreSimonetta Ottone

LIVORNO 21 Gennaio 1921 - 21 Gennaio 2021

JULKA

Le Lettere Taciute


“Ci sposammo, ma lui ripartì subito. Sentiva che in Italia si stava preparando qualcosa di terribile…

Nino, hai mai visto il mare quando è di vetro?”

I teatri sono chiusi e le persone devono stare separate.

JULKA , come 100 anni fa, non ha un luogo, il suo violino è stato silenziato e la sua bocca è stata tappata.

Essendo impossibilitate a presentare lo spettacolo nel contatto diretto con il pubblico, e rifiutando qualsiasi altro mezzo che non preveda il rapporto dal vivo, non ci rimane in questo giorno importante che ripercorrere insieme la storia di JULKA con una galleria di foto inedite.

Il 21 Gennaio 2021 celebra infatti i cento anni dalla venuta di Gramsci a Livorno e la fondazione del Partito Comunista d'Italia.

Livorno è un luogo simbolo, appare spesso nei carteggi del grande intellettuale, morto in carcere per una società libera e giusta, dopo undici anni di stillicidio. A tenerlo in vita così a lungo visto le sue precarie condizioni pregresse di salute, la moglie Julka, i loro bambini, le cognate di Antonio.

Ci piacerebbe partire da Livorno, dove è nato il progetto basato sull'epistolario originale dei due compagni di vita e di lotta, e portare in giro il lavoro, lo spettacolo o anche solo il racconto, la narrazione di questa donna che ha servito una causa grande per poi esserne completamente cancellata.

Contiamo di presentare l’iniziativa anche alla Casa Museo Gramsci a Ghilarza, visto che eravamo state invitate la scorsa estate ma a causa della gestione del covid quel festival, come la maggior parte dei festivals in Italia, è stato annullato.

È un anno che non possiamo lavorare in Teatro e che non possiamo fare prove in una Sala Danza: i nostri posti di lavoro sono chiusi e non sono traducibili in forma digitale e a distanza.

La possibilità di continuare il nostro lavoro al servizio delle persone e della cultura, scema ogni giorno di più. Le nostre storie e i personaggi che, come Julka Schucht e Antonio Gramsci, ci hanno lasciato tanto, non possono più essere celebrati attraverso l'incontro dal vivo e la trasmissione diretta, fisica e irripetibile.

Che cosa possiamo pensare di una società che rinuncia anche alla possibilità di narrarsi, alla fonte e senza intermediari di sorta?

Ci auguriamo che si ritorni a mettere al centro ciò che rende degna la vita di essere vissuta, e sicuramente l'arte e la cultura, argomenti molto cari a Gramsci stesso, fanno tutto questo e molto altro.

Ci rivediamo a teatro!

È insieme un auspicio e una preghiera.


Associazione Compagnia DanzArte

“In Italia ce l'avevano con le associazioni, con i partiti, con gli assembramenti, con chi si radunava.

Non volevano che le persone si incontrassero.”



Foto di UPHO STUDIO

Grafica di ASHRAF TAWFIK

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